Le Favole d'Inverno - Il Solstizio d'Inverno al Bosco Incantato
Era la vigilia del solstizio d’inverno, e nel Bosco Incantato la neve ammantava ogni cosa nel suo silenzioso candore. Nell’aria gelida del mattino, la nebbia che era salita dal ruscello d’argento e si era posata sulle foglie, sui rami spogli e sugli abeti dagli aghi smeraldini, si era ghiacciata, e ora tanti piccolissimi cristalli bianchi, che parevano trine fatate, rivestivano il bosco, come a prepararlo ad una grande festa.
Durante i freddi pomeriggi invernali, il sole tramontava molto presto e tutti gli animali si affrettavano a rientrare nelle loro tane per accoccolarsi al caldo e sonnecchiare beatamente, ma quella sera una coppia di giovani cervi si era attardata più del solito in una boscaglia solitaria, che si trovava poco distante dal loro rifugio. Lì le conifere crescevano molto fitte, e soprattutto sotto le frasche ghiacciate, spuntavano alcuni mazzetti di erbetta verde, tenera e molto invitante. Così, quando finalmente i due animali tornarono a casa con la pancia piena, le ultime luci del giorno stavano lasciando il passo alle ombre azzurre della sera.
Il silenzio che percepirono, però, aveva qualcosa di diverso dal solito… Acuendo l’udito, non riuscivano a sentire lo strofinio del tasso che si muoveva goffamente nella tana, non udivano il respiro lento e cadenzato dei cerbiatti addormentati, e non riuscivano nemmeno a sentire l’urlo ripetuto della civetta o il verso cupo del vecchio gufo.
A ben guardare, il bosco era completamente deserto, e tutti gli animali sembravano spariti…
I giovani cervi si guardavano intorno smarriti, chiedendosi dove fossero finiti tutti quanti, e ad un tratto uno dei due, abbassando lo sguardo, vide che sulla neve erano impresse tante piccole impronte rivolte tutte nella stessa direzione, verso il cuore del Bosco Incantato…
Gli animali decisero senza esitare di incamminarsi per quel percorso fatto di mille orme diverse, curiosi di sapere dove portasse, e passo dopo passo notarono che le tracce nella neve si facevano sempre più numerose, come se molti altri animali, che abitavano nelle radure e nei boschi vicini, si fossero uniti al corteo verso quella misteriosa destinazione.
Poco a poco i cervi iniziarono a udire un flebile e lontano tintinnare, come una musica dolcissima scandita dalle note cristalline di tanti piccoli campanellini, e improvvisamente, oltre l’intrico dei rami spogli, videro apparire una grande stella luminosa, che brillava fulgida e sembrava li chiamasse…
I cervi presero a seguirla con una strana gioia nel cuore, sicuri che qualcosa di magico sarebbe accaduto di lì a poco, e finalmente giunsero ad una alta siepe di agrifoglio dalle bacche scarlatte. Con due grandi balzi la oltrepassarono, e allora non poterono credere ai loro occhi…
Al centro di una candida radura innevata, sulla quale i raggi di luna si rifrangevano in riverberi argentati, sorgeva un grandissimo abete, tanto alto da toccare il cielo, e migliaia di lucine colorate, vive e danzanti, adornavano i suoi rami rigogliosi...
In cima all’abete brillava una meravigliosa stella di ghiaccio, e la sua luce illuminava di bianco e azzurro il bosco circostante.
Tutti gli animali erano raccolti intorno al grande albero, e osservavano con gli occhietti lucidi la meravigliosa danza delle lucine colorate, che si muovevano fra gli aghi verdi e tintinnavano la loro dolce musica.
Anche i cervi si avvicinarono e si unirono agli altri animali, grandi e piccoli, nell’esprimere l’incanto e la gioia che quella visione suscitava nel loro cuore.
Ma l’antica magia del solstizio d’inverno non era finita… fra tutte le lucine che adornavano l’abete, quelle bianche scesero in una lenta processione fatata ad illuminare la base del tronco possente, e allora gli animali si accorsero che era piena dei Doni del Bosco. C’erano cumuli di noci, di nocciole e mandorle dolci, cesti pieni di frutta secca, verdure prelibate, biscotti e dolcetti deliziosi…
L’entusiasmo era alle stelle e ogni animaletto mangiò a sazietà, mettendo da parte i cibi che più gli piacevano per poi portarli nella tana e nutrirsene fino all’arrivo della primavera.
La notte trascorse animata dalla gioia e dall’armonia, e la festa del bosco durò fino alle prime luci dell’alba… Allora le lucine che illuminavano l’abete lasciarono i suoi rami e si sparsero fra gli alberi e le radure circostanti, e gli animali, compresi i due giovani cervi, tornarono ognuno nella propria casa, portando con sé i Doni ricevuti alla Festa del Solstizio d’Inverno.
Ma la meravigliosa stella di ghiaccio brilla ancora adesso nel cuore del Bosco Incantato, per guidare verso la Magia coloro che riusciranno a scorgerla, e a
seguirla…
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