Ines (viaggio agosto 2023)
La sensazione che sento è anche quella di confusione e disorientamento: è un viaggio che mi ha fatto nascere e risvegliato diverse domande esistenziali.
Sento che questo popolo mi ha insegnato tanto e tanto ha ancora da insegnarmi...e per questo gli sarò grata a vita!
... ciò che maggiormente mi porto dentro sono i momenti di relazione, lo stare insieme in semplicità.
Ho provato molto l’emozione della sorpresa anche una volta tornata in Italia, guardando con occhi nuovi i paesaggi, le ruotine, le usanze che prima davo per scontato. Poter indossare questi nuovi occhiali mi ha fatto sentire in qualche momento straniera in casa mia, come se stessi osservando quella situazione per la prima volta e provando sensazioni che gli altri attorno a me non avrebbero potuto comprendere del tutto. In certe situazioni ho provato divertimento, in altre fastidio, in altre ancora disprezzo o sorpresa. Non voglio perdere questo sguardo, voglio poter indossare ancora questi occhiali, non dare nulla per scontato ed evitare di intraprendere sempre la stessa strada, soprattutto se questa porta alla morte e non alla vita.
Porto a casa tante domande e riflessioni. Una maggiore conoscenza di me stessa, se penso a quelle situazioni che mi hanno messa alla prova e fatto uscire dalla mia comfort zone e nuovi spunti per continuare il mio percorso di crescita personale.
Erika (viaggio agosto 2023)
Ogni persona incontrata per caso è stata una sorpresa e un regalo. Lo stupore grandissimo e la gratitudine le ho provate nell’esserci durante la danza delle maschere a Coubanao; è stato un momento inenarrabile, nel senso proprio che lo ho raccontato a pochissime persone per mancanza di parole per descriverlo e forse anche un po’ per volerlo custodire gelosamente. E’ stato un momento in cui il sacro e l’umano si sono amalgamati, attraverso la collettività e la musica.
Amadi ci ha raccontato una bella storia per rispondere alla nostra domanda rispetto agli aiuti per le famiglie in difficoltà. I Serere hanno sempre un’occhio in più di attenzione per il loro vicino, sanno come sta e cosa gli manca: nel momento in cui vedono che una famiglia è in difficoltà, i vicini o i parenti spargono la voce e quella famiglia troverà di notte, fuori dalla capanna, sacchi di miglio e di riso. Di notte per non compromettere la loro dignità, perché non si sentano in obbligo a ricambiare verso qualcuno ma si sentano invece supportati dall’intera comunità.
Carlo (viaggio dicembre 2022)
La cosa che mi è piaciuta di più è stato interagire con altre tre persone , ciascuna con il suo carattere , la sua esperienza di vita, il suo bagaglio culturale, le aspettative rispetto al viaggio, e vivere con loro l'esperienza di una convivenza in una terra diversa.
Mi è piaciuto il contatto con la natura differente dalla nostra, grandi pianure con alberi fantastici, questa volta sono rimasto molto impressionato dai baobab, la volta precedente dai "fromager", grandi distese di boscaglia e savana.
Poi gli animali, primi fra tutti le giraffe, i coccodrilli e le scimmie e il fiume, il viaggio in canoa tra le mangrovie.
Ho apprezzato molto la giornata di convivenza con una famiglia, conoscere la casa, i negozi, le usanze, i parenti e gli amici.
Ho trovato più difficile accettare il punto di vista che ci è stato illustrato sulla religione e sulla medicina tradizionale perchè sono entrambi molto lontani dal mio. Però capisco che ogni religione ha il suo valore e merita rispetto.
Samuele (Stagista dicembre 2019 - gennaio 2020)
Questo stage mi ha fatto scoprire un senso di comunità sconosciuto, un senso di condivisione gratuito e di grande fratellanza. Mi sono sempre sentito accolto, sia nelle piccole realtà della Casamance che nella caotica Dakar. Una delle esperienze più belle è stata condividere per qualche tempo il lavoro e la fatica in un piccolo panificio. Mi sono sentito parte di qualcosa, di piccolo e di semplice, come fare il pane insieme. Anche l'esperienza della vita in famiglia è stata molto intensa, ci è voluto un po' di tempo a conoscersi, ma fatto il primo passo ci siamo divertiti, ci siamo aiutati e ci siamo aperti. Per il tempo vissuto con la Famiglia Sanè ho lasciato il mio cognome in Italia e a chi mi chiedeva da dove venissi e come mi chiamassi, rispondevo sempre “mi chiamo Samuele Sanè e sono di Coubanao”. La solidarietà in Senegal mi ha scosso positivamente, mi ha fatto vedere l'altra faccia della medaglia, cioè il senso di comunità nella nostra società, dov'è? Come sono giustificabili certi atteggiamenti che abbiamo? A cosa è servito raggiungere il nostro benessere se abbiamo paura del nostro vicino? Siamo tutti insieme, è aiutandoci a vicenda che possiamo costruire un mondo migliore, non isolandoci.
Alex (Stagista dicembre 2019)
Questo viaggio mi ha fatto scoprire una parte di mondo nuova; dall'inizio ho cercato di limitare il più possibile il giudizio di quanto mi accadeva intorno, limitandomi ad osservare; un'ottima maniera per immergersi in un contesto differente da quello a cui si è abituati! Le emozioni si susseguivano giorno dopo giorno, attività dopo attività, conoscenza dopo conoscenza; ho trovato ad attendermi un paese vivo, ospitale e con tanta voglia di conoscere l'altro.
Ovviamente torno con la consapevolezza di non aver capito nè il Senegal nè tanto meno l'Africa, ma questo viaggio è stato una bella boccata di aria fresca per il mio io.
Da quando sono tornato sto cercando di inserire nella vita quotidiana quel modo di vivere alla "on est ensemble" che tanto è caro in Senegal quanto è sconosciuto (o quasi) in Italia. Inoltre, mi sento davvero arricchito come persona dall'esperienza fatta e, ci fosse una possibilità in futuro, sarei davvero felice di rimanere in contatto con quei contesti.
Teranga Senegal, teranga Casamance.
Luca (Stage dicembre 2019)
Questo viaggio mi ha permesso di provare tante emozioni diverse. Mi sono sentito spesso inadeguato perché mi trovavo a vivere in un contesto sconosciuto a me prima e spesso non sapevo come comportarmi. In tante occasioni però mi sono sentito anche molto soddisfatto direi felice, infatti riuscire ad interagire correttamente con la popolazione locale e sentirsi accettato nonostante fossi un “toubab” mi ha riempito il cuore di gioia. Mi sono meravigliato di me stesso perché ho scoperto lati di me che non credevo esistessero anzi, credo che questo viaggio abbia tirato fuori il meglio di me, la parte di me stesso che più mi piace e che vorrei continuare a coltivare.
Mi porto a casa tanti immagini, a volte stupende ma a volte strazianti. Soprattutto, voglio portare nella mia vita quotidiana tanti insegnamenti che mi ha dato il Senegal, sono sicuro che mi aiuteranno a vivere meglio. Sicuramente il viaggio mi ha permesso di abbattere tanti preconcetti sul Senegal che non mi rendevo nemmeno conto di provare.
Mi piacerebbe molto poter restare in contatto con la Casamance e le splendide persone che ho conosciuto laggiù.
Sara e Nabil (viaggio Settembre 2019)
Teranga in Casamance. Oggi siamo stati al mercato di Ziguinchor perché siamo stati invitati a pranzo. Allora abbiamo acquistato qualcosa da cucinare tutti assieme e abbiamo passato la giornata in famiglia. Ho anche ricevuto una previsione sul futuro, ma non la dirò! Porterò con me il nostro incontro con chi del villaggio ci ha regalato un saluto e un sorriso. Mi mancheranno le riunioni all’ombra del grande albero, e l’attesa che faccia più fresco. I giochi con i bambini e con chi mi sfida a lavare i panni. Le spiegazioni di Leon sulle storie di oggetti unici e mistici e le danze tradizionali in preparazione all’autunno. Non volevo partire, e nemmeno il nostro taxi!
Silvia (viaggio agosto 2019)
Tornando a scuola, voglio poter raccontare di queste persone, della loro storia, dei loro problemi e dei loro progetti.
Mi sono portata a casa con tanta nostalgia gli sguardi e i panorami, gli odori e le mani strette e i mille saluti.
Sono partita oppressa dal senso di impotenza e dall’atmosfera pesante che si respira in Italia, dal punto di vista dell’accoglienza e del rispetto delle regole civili e dei ruoli; sono tornata con uno sguardo più leggero e ottimista ... nonostante tutto.
Ho scoperto un’Africa che non conoscevo.
Seguo in modo particolare il problema dei migranti in Italia, ne ho accolti due in casa, negli anni; vedere l’altra parte del ponte, vedere i posti da cui qualcuno tenta di andarsene mi ha aiutato a riflettere sui meccanismi virtuosi per poter restare e soprattutto mi ha aiutato a vedere con gli occhi del cuore i Senegalesi che incontro per strada qui in Italia.
Carlo (viaggio agosto 2019)
Ho visto una natura bellissima, alberi meravigliosi. Un'attenzione particolare all'incontro e al rapporto diretto tra persone. Ho avuto un'approccio diverso e più paritario rispetto ad altri viaggi fatti in Africa.
Stefania (viaggio Gennaio 2019 )
Nel periodo natalizio ho fatto questo viaggio da sola. Devo dire che il fatto di viaggiare da sola mi è piaciuto molto perché mi ha consentito di avvicinarmi a questa terra e alla sua gente con il mio modo, senza tanti filtri e senza tante "voci". Il Senegal mi ha accolto con tanto calore e curiosità e il mio essere donna e di una certa età credo abbia agevolato le relazioni. Gli incontri sono sicuramente il regalo più caro che porto con me, incontri fatti di sorrisi e di gesti ancora più delle parole. Ma anche le parole sono state importanti: conversazioni intense, profonde, vivaci e allegre con tante persone che mi hanno aiutato ad affacciarmi in questa "vita loro" in cui mi sono immersa con serenità e rilassatezza. Conversazioni che mi hanno permesso di confrontare la mia "visione del mondo" con la visione del mondo delle persone che ho incontrato, giovani, meno giovani, donne, uomini, acculturati, non acculturati: ne è risultata spesso una concordanza di idee e talvolta ho visto negli occhi dei miei interlocutori la sorpresa e l'interesse per un mondo diverso dal loro. Come quando su una piroga comunale mi è venuta in mente Venezia e l'ho descritta ad un gruppo di persone come se raccontassi una favola. O quando, parlando delle prossime elezioni presidenziali, ho fatto riferimento al senso di comunità che nella Casamance è molto sviluppato e al suo potenziale costruttivo e rivoluzionario...Ho accettato i silenzi mitigati da sorrisi quando il mio interesse si rivolgeva all'omosessualità letta negli occhi di un musicista o alla pratica dell'escissione nei riti di iniziazione... ho riso tanto con le donne sui comportamenti di "genere" anche legati al sesso e discusso di questa moda tutta femminile del make up, delle parrucche e delle ciglia finte che fanno sembrare ogni ragazza una indossatrice... Un discorso a parte merita la comunità di Coubanao: credo sia un piccolo miracolo di "affermazione culturale" che riesce a coniugare l'entità profonda di una cultura veramente rurale con le istanze lecite di benessere in termini di servizi alla persona e alla comunità. Io, cresciuta e nutrita di valori socialisti, ho avuto modo, forse per la prima volta in modo così compiuto, di vedere realizzati degli obiettivi comunitari e di sentirne parlare in modo sorprendentemente semplice ma competente. Spero che il sostegno di Teranga alla comunità di Coubanao continui e vorrei, nel mio piccolo, contribuire a coltivare questa bella realtà
Irene, Stella (stagiste), Silvia, Nicolas (viaggiatori) (Agosto 2018)
"...non avevo mai avuto l’occasione di viaggiare in luoghi così distanti dalle mie abitudini: il proposito con il quale ero partita era quello di limitarmi ad osservare senza avere uno sguardo di giudizio. Mettere in pratica questo intento non è stato sempre facile, specialmente all’inizio, ma penso di essermi avvicinata ad un mondo che non conoscevo per nulla, e ho potuto farlo attraverso le persone che ci hanno accompagnato, che sono state per me fondamentali."(Irene)
" Mi sono interrogata molto su alcuni aspetti della mia vita quotidiana in Italia e sulla situazione che vivono le persone che arrivano nel
nostro paese. Ho fatto esperienza per la prima volta della sensazione di essere io “diversa” ed “estranea” in un luogo e mi sono confrontata con un mondo di cui mi ero illusa di conoscere di
più." (Irene)
"...tanti incontri con persone che ricorderò con un gran sorriso. Persone semplici, poco ambiziose, ma generose, positive e felici anche nella miseria economica. Ho imparato a voler vivere con molto meno, perché non mi manca niente ed ho fin troppo.
Ho capito che la vera ricchezza è la tela di relazioni che impari a tessere con gli anni, perché giù in Senegal la famiglia elastica comprende i tuoi amici più cari, tuoi fratelli e sorelle, con i quali hanno legami veri e intensi, quotidiani.
Questo senso della comunità mi ha affascinato, il vivere insieme, cercare l’armonia con l’altro ed esserci sempre nei momenti di difficoltà. Nonostante tale modo di vivere sia difficilmente adattabile alla nostra mentalità individualista e stile di vita, ci sono certi principi che cambieranno il mio approccio alle relazioni e con la mia famiglia, che è il mio nido e la mia sorgente.
Mi lascia negli occhi della mente dei paesaggi incontaminati, dove ti senti tutt’uno con la natura, ricordi che odorano di erba bagnata dalle forti piogge. Nelle mie orecchie risuonano i djembé, e i miei piedi vorrebbero ancora provare a danzare quelle musiche dai ritmi coinvolgenti.
Spero di aver lasciato qualcosa di me alle persone che mi hanno lasciato tanto di loro e spero che si ricorderanno di me come io mi ricorderò
di loro." (Stella)
"Abbiamo visto un mondo lontano dal nostro. Grazie a questo viaggio abbiamo avuto modo di avvicinarci per la prima volta ad un paese del continente africano, fare esperienza di un viaggio di turismo responsabile, avvicinarci ad un'altra cultura, tradizione e modi di vita davvero molto differenti dai nostri.
Molte emozioni : curiosità, stupore, sorpresa, calore, interesse, fastidio (ad esempio quando mi sentivo chiamare toubab) e ci siamo portati a casa persone, contatti nuovi, abitudini diverse dalle mie, il ricordo di posti particolari, un modo di vivere diverso. La voglia di approfondire meglio, comprendere, rielaborare, raccontare l'esperienza vissuta." (Silvia e Nicolas)